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Einblicke6/2/2025

Dal vincolo al valore: come trasformare la qualità del software in un vantaggio competitivo

pragmatic agile

Articolo a cura di

Stefano Mainetti

Executive Chairman

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Ripensare la qualità: un percorso Agile per innovare, collaborare e generare valore duraturo 

In un mondo in cui i progetti digitali diventano sempre più complessi e caratterizzati da continui cambiamenti, la capacità di garantire la qualità del prodotto non è solo un aspetto operativo, ma un elemento cruciale per il successo strategico delle organizzazioni. Tuttavia, affidarsi a modelli tradizionali, che considerano la qualità come un controllo finale e centralizzato, rischia di trasformarla in un ostacolo anziché in un’opportunità. Questo articolo si propone di rispondere alla domanda centrale: “Come posso verificare la qualità del prodotto senza un processo di controllo di qualità rigoroso e centralizzato?” 

Attraverso un approccio metodologicamente solido e basato sui più recenti principi dell’Agile e del Quality by Design (QbD), argomento su come sia possibile integrare la qualità come pilastro lungo l’intero ciclo di sviluppo. Offro spunti concreti e riflessioni per aiutare manager e leader a superare i limiti dei modelli tradizionali, trasformando la qualità in un driver di innovazione, collaborazione e crescita sostenibile

In particolare, l’articolo illustra come un cambiamento culturale, supportato da strumenti operativi e da una leadership orientata al valore, possa trasformare la qualità da un vincolo a un vantaggio competitivo, capace di rispondere alle sfide più complesse dei progetti moderni.

1) I limiti del controllo qualità tradizionale

Il controllo qualità tradizionale, spesso adottato nei progetti di sviluppo software organizzati secondo modelli contrattuali rigidi, si basa su una serie di caratteristiche consolidate. Questo approccio, sebbene offra una struttura chiara e un’apparente prevedibilità, evidenzia significativi limiti in termini di efficacia e flessibilità, soprattutto nei contesti digitali odierni caratterizzati da incertezza e rapida evoluzione tecnologica. 

Il principale limite consiste nel fatto che si considera la verifica della qualità un processo rigido da svolgere al termine delle attività di sviluppo. Ciò porta al non percepire la qualità come un obiettivo da perseguire passo dopo passo, ma piuttosto come un ostacolo formale da superare. In altre parole, collocare il controllo qualità in una fase separata secondo un modello "waterfall", riduce la qualità a una verifica finale di conformità, anziché integrarla come principio guida lungo l’intero processo. Questo approccio limita la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e di accogliere nuove esigenze emerse durante il progetto, trattando le modifiche come anomalie da gestire invece che come opportunità per migliorare il prodotto. Ne deriva una minore reattività del progetto e un aumento dei costi complessivi di gestione. 

Un altro limite significativo è legato a errori rilevati troppo tardi, con costi elevati. Con il controllo qualità concentrato esclusivamente nella fase finale, eventuali difetti vengono scoperti solo durante il collaudo. Questo ritardo comporta costi aggiuntivi e tempi prolungati per apportare correzioni, con impatti negativi sia sulla redditività del progetto che sulla soddisfazione del cliente. Inoltre, valutare la qualità basandosi unicamente sulla conformità alle specifiche iniziali risulta problematico: queste specifiche, spesso formulate con informazioni incomplete e basate su assunzioni prese su ipotesi non verificate, tendono a perdere rilevanza man mano che emergono nuove conoscenze, priorità o opportunità di mercato. Concentrarsi rigidamente sulle specifiche stabilite all'inizio può condurre a un prodotto conforme ma non allineato alle reali esigenze degli utenti o ai cambiamenti del contesto. 

La mancanza di feedback continuo rappresenta un’altra debolezza critica. Nel modello tradizionale, il coinvolgimento di utenti e committenti è limitato alla fase finale, quando il prodotto è già stato sviluppato integralmente. Questo priva il progetto di preziose opportunità di miglioramento che potrebbero essere integrate in corso d’opera, risultando in una perdita di potenziale valore. A ciò si aggiunge la separazione rigida dei ruoli tra sviluppatori e tester, che lavorano come entità distinte: i tester controllano il lavoro svolto dagli sviluppatori, delegando loro la responsabilità della qualità. Questo approccio frammenta il team e ostacola la collaborazione, riducendo la qualità a una verifica formale piuttosto che a un obiettivo condiviso da tutti i membri del progetto. 

Anche la documentazione estesa e la dipendenza da audit esterni contribuiscono a rallentare i processi e ad aggiungere complessità, trasformando la qualità in un esercizio burocratico. L'attenzione a test case, bug report e capitolati tende a distogliere il focus dagli aspetti di valore, privilegiando la conformità agli standard rispetto all’innovazione e alla flessibilità. Questo sistema, focalizzato principalmente su un testing limitato alla funzionalità, trascurando elementi come usabilità, sicurezza e prestazioni, rischia di produrre software tecnicamente conforme ma privo di valore reale per l’utente finale. 

Infine, le modalità di acquisto che legano i pagamenti alla verifica di conformità, condotta durante il collaudo, accentuano queste problematiche. I fornitori sono incentivati a concentrarsi esclusivamente sull’adempimento formale delle specifiche iniziali, sacrificando innovazione, collaborazione e miglioramento continuo. Tale rigidità irrigidisce il rapporto tra committente e fornitore, trasformandolo in un confronto formale anziché in una partnership collaborativa. 

Di fronte a queste considerazioni, risulta chiaro che il controllo qualità tradizionale, pur trasmettendo inizialmente un’illusione di sicurezza e ordine, si rivela inadeguato per affrontare la complessità e la dinamicità dei progetti digitali. Le sfide contemporanee richiedono un cambiamento di prospettiva, in cui la qualità non sia un controllo a valle, ma un obiettivo integrato lungo tutto il ciclo di sviluppo. Questo significa adottare pratiche che favoriscano il miglioramento continuo, la collaborazione e l’adattamento rapido, garantendo che ogni fase del progetto contribuisca al valore complessivo del prodotto. È proprio questo il principio alla base dell’approccio Agile, che integra la qualità by design, costruendola progressivamente attraverso iterazioni, test continui e un costante allineamento alle esigenze degli utenti.

2) Qualità by Design: integrare la qualità nel processo di sviluppo

Il principio di Quality by Design (QbD) si fonda sull’idea che la qualità non sia un controllo finale, ma un elemento intrinseco e continuo del ciclo di vita del prodotto. Questo approccio trasforma la qualità in un pilastro strategico, che guida ogni fase dello sviluppo attraverso pratiche operative concrete e principi culturali condivisi. L’obiettivo del QbD è garantire che ogni incremento del prodotto sia progettato per soddisfare non solo i requisiti tecnici, ma anche le aspettative di valore del cliente e le necessità emergenti del mercato. 

Tra le pratiche fondamentali del QbD rientrano i test automatizzati e continui, resi possibili dall’adozione di pipeline di Continuous Integration e Continuous Delivery (CI/CD). Questi strumenti permettono di individuare rapidamente eventuali problemi tecnici, riducendo il rischio di accumulo di difetti e garantendo che il prodotto sia sempre in uno stato funzionante e pronto per ulteriori miglioramenti. La CI/CD non solo ottimizza l’efficienza operativa, ma favorisce anche un flusso costante di valore, eliminando le tradizionali interruzioni tra sviluppo, testing e rilascio. 

Un altro elemento essenziale del QbD è la Definition of Done (DoD), che stabilisce criteri chiari e condivisi per la conclusione delle attività. La DoD definisce standard di qualità verificabili, che includono aspetti come la copertura dei test, la conformità agli standard di codifica, la documentazione essenziale e la validazione delle funzionalità. Questo garantisce coerenza e uniformità, prevenendo ambiguità o interpretazioni soggettive sullo stato di completamento del lavoro. 

Il feedback frequente gioca un ruolo cruciale nel QbD, permettendo un allineamento continuo tra sviluppo e valore generato. Attraverso strumenti come prototipi, demo e Minimum Viable Product (MVP), gli utenti finali e gli stakeholder possono verificare che il prodotto risponda alle loro esigenze reali. Questo approccio iterativo non solo migliora la qualità percepita, ma riduce significativamente il rischio di divergenze tra aspettative e risultati, favorendo una maggiore soddisfazione del cliente. 

L’adozione del QbD, tuttavia, non si limita all’implementazione di pratiche tecniche; richiede un cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione. La qualità deve essere percepita come una responsabilità condivisa da tutto il team, e non delegata esclusivamente a una fase finale o a un gruppo specifico, come i tester. Ogni membro del team deve sentirsi impegnato a contribuire al miglioramento continuo del prodotto. Questo implica un passaggio dalla mentalità del controllo formale a quella della collaborazione proattiva, dove la qualità diventa un obiettivo comune e collettivo. 

Integrare la qualità lungo tutto il ciclo di sviluppo richiede inoltre il supporto di una leadership che favorisca l’autonomia del team e incoraggi l’apprendimento continuo. La capacità di riconoscere errori, trarne insegnamenti e migliorare i processi è fondamentale per costruire un ambiente in cui si costruisca realmente software di qualità. In questo senso, il QbD non è solo una pratica operativa, ma un principio strategico che permette alle organizzazioni di affrontare con successo le sfide della complessità e del cambiamento, offrendo prodotti capaci di generare valore duraturo e sostenibile. Questo approccio si pone in netto contrasto con la visione miope di quei manager che, concentrandosi esclusivamente su tempi e costi, ritengono erroneamente che posticipare le attività di testing e abbandonare il principio della QbD possa accelerare i risultati e ridurre le spese, ignorando gli impatti negativi che questo comporta sulla qualità e sul valore a lungo termine del prodotto.

3) Decentralizzare il controllo: responsabilità condivisa e accountability chiara

Come sottolineato, l’adozione del QbD richiede un cambiamento culturale che trasformi la qualità in una responsabilità condivisa da tutto il team, superando la logica del controllo formale e delegato. Questo cambio di prospettiva si sposa con un altro pilastro fondamentale dell’Agile: la distribuzione della responsabilità. Decentralizzare il controllo significa infatti costruire una cultura organizzativa in cui ogni membro del team si senta pienamente coinvolto nel successo del prodotto e in cui le decisioni critiche siano assegnate con chiarezza, evitando ambiguità operative e frammentazioni dannose. 

La responsabilità condivisa implica che ciascun membro del team contribuisca attivamente alla qualità, assumendosi l’onere del successo collettivo. Questo approccio promuove una mentalità collaborativa, in cui tutti lavorano per raggiungere obiettivi comuni e affrontare le sfide in modo congiunto. Ad esempio, la collaborazione tra sviluppatori, tester e product owner permette di garantire che ogni incremento del prodotto soddisfi i criteri di qualità e valore. La responsabilità condivisa riduce le barriere tra i ruoli, eliminando silos operativi e creando un ambiente in cui il team può rispondere in modo agile e coeso ai problemi emergenti. 

Parallelamente, l’accountability specifica è essenziale per garantire che ci sia un referente chiaro per ogni decisione critica o area operativa. Questo non significa accentrare il controllo, ma piuttosto stabilire chi ha la responsabilità ultima di monitorare, guidare e rispondere di determinati risultati. Ad esempio, un lead developer può essere accountable per la qualità del codice, mentre un product owner lo è per la priorità delle funzionalità nel backlog. Questa chiarezza nei ruoli permette di accelerare il processo decisionale e di garantire che i contributi individuali siano sempre allineati agli obiettivi strategici del progetto. 

Perché questo modello funzioni, è fondamentale creare un ambiente di fiducia e dialogo continuo, dove i membri del team possano assumersi rischi calcolati, condividere idee e apprendere dagli errori senza timore di essere giudicati. La decentralizzazione del controllo non deve mai tradursi in caos o in assenza di regole, ma in un quadro che favorisca la collaborazione e l’orientamento al valore. Un sistema in cui la responsabilità condivisa e l’accountability specifica coesistano è capace di promuovere l’innovazione e di costruire un prodotto di alta qualità, senza rallentare il processo operativo. 

Inoltre, la decentralizzazione si dimostra particolarmente efficace in ambienti complessi e mutevoli, dove la necessità di adattarsi rapidamente è cruciale. La chiarezza sui ruoli consente ai team di riorganizzarsi facilmente attorno a nuove priorità o imprevisti, mantenendo sempre un focus chiaro sugli obiettivi di valore. Questo approccio, unito alla responsabilità condivisa, permette di risolvere i problemi in maniera tempestiva e di cogliere le opportunità emergenti senza compromettere la qualità o l’efficienza del progetto.

4) Strumenti e pratiche per garantire la qualità

La gestione Agile si distingue per l’adozione di strumenti e pratiche che permettono di mantenere un controllo dinamico e continuo sulla qualità del prodotto, integrandola in ogni fase del ciclo di sviluppo. Questi strumenti non solo garantiscono un monitoraggio accurato dello stato del progetto, ma promuovono anche un miglioramento costante, consentendo ai team di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e di rispondere alle esigenze emergenti con maggiore efficienza. 

Le metriche di qualità rappresentano un elemento fondamentale per assicurare trasparenza e obiettività nella valutazione del prodotto. Indicatori come il tasso di difetti, la copertura dei test, le performance del software e la manutenibilità forniscono una visione chiara dei progressi e delle aree che necessitano di interventi. Questi dati permettono ai team di individuare tempestivamente eventuali problemi, pianificare azioni correttive e garantire che le risorse siano concentrate sulle attività più critiche per il successo del progetto. 

Le retrospettive e l’apprendimento continuo sono altrettanto cruciali per garantire la qualità. Durante le retrospettive, i team analizzano non solo i problemi tecnici emersi, ma anche le dinamiche collaborative e l’efficacia delle pratiche adottate. Questo approccio facilita la condivisione delle conoscenze e promuove un miglioramento incrementale del processo di sviluppo. Inoltre, le retrospettive non sono solo un’occasione per risolvere i problemi, ma anche per identificare nuove opportunità di innovazione e per rafforzare l’allineamento tra gli obiettivi del team e quelli del progetto. 

Un ulteriore strumento chiave è il backlog dinamico, che consente di mantenere una visione chiara e aggiornata delle priorità del progetto. Un backlog ben gestito non è semplicemente una lista di attività, ma una rappresentazione dinamica del valore che il team intende generare. Attraverso un processo continuo di prioritizzazione e aggiornamento, il backlog aiuta i team a concentrarsi su ciò che è realmente importante, evitando dispersioni e garantendo che ogni iterazione contribuisca al raggiungimento degli obiettivi strategici. 

Oltre a questi strumenti, la gestione Agile incoraggia l**’adozione di pratiche che migliorano la comunicazione e la collaborazione tra tutti gli stakeholder coinvolti**. Ad esempio, i meeting di revisione permettono di presentare i risultati agli stakeholder, raccogliere feedback e assicurarsi che il progetto rimanga allineato alle loro aspettative. Questi incontri, combinati con l’uso di strumenti visivi come le roadmap flessibili e i diagrammi di flusso cumulativo, facilitano una comprensione condivisa dello stato del progetto e delle prossime priorità. 

Infine, la gestione Agile promuove l’utilizzo di piattaforme collaborative e strumenti di automazione, che semplificano il monitoraggio delle attività e migliorano l’efficienza del team. Ad esempio, sistemi per la gestione dei test, tool per il monitoraggio dei progressi e strumenti per la gestione delle configurazioni consentono di integrare la qualità nel flusso operativo quotidiano, riducendo il rischio di errori e garantendo una maggiore coerenza nei risultati. Questi strumenti non solo supportano il team operativo, ma forniscono anche al management una visione accurata e in tempo reale dei progressi, rendendo più semplice la presa di decisioni informate.

5) Il ruolo della leadership: guidare il cambiamento culturale

Adottare un approccio decentralizzato alla qualità, incentrato sui principi del QbD, richiede un cambiamento culturale che dovrebbe essere guidato da una leadership consapevole, orientata alla generazione di valore e all’innovazione. Come abbiamo già visto, la qualità non deve più essere percepita come una verifica finale o un semplice adempimento contrattuale, ma come un obiettivo condiviso che permea ogni fase del progetto. In questo contesto, i leader hanno un ruolo cruciale nel facilitare questa trasformazione, promuovendo un ambiente in cui la responsabilità sia collettiva, l’apprendimento continuo e l’autonomia del team sia il fondamento del successo. 

Un leader efficace nel contesto Agile non si limita a dettare regole o supervisionare, ma si concentra sulla creazione di una visione chiara e condivisa della qualità. Questa visione deve essere comunicata in modo trasparente e deve riflettere un forte allineamento con gli obiettivi strategici dell’organizzazione. I leader devono incoraggiare il team a vedere la qualità non come un obbligo, ma come un elemento distintivo del prodotto, capace di generare valore reale per gli utenti e per il business. 

La leadership nel contesto del QbD richiede anche la capacità di promuovere una cultura della fiducia e della sperimentazione. Gli errori non devono essere visti come fallimenti, ma come opportunità di apprendimento. Creare un ambiente psicologicamente sicuro, in cui i membri del team possano esprimersi liberamente, proporre idee innovative e assumersi rischi calcolati, è essenziale per migliorare continuamente la qualità del prodotto. Questo approccio favorisce non solo una maggiore motivazione, ma anche una collaborazione più autentica tra tutti i livelli dell’organizzazione. 

Un aspetto fondamentale del cambiamento culturale è la ridefinizione del concetto di controllo. La leadership tradizionale, basata su un controllo centralizzato e rigido, deve essere sostituita da un modello in cui i team abbiano l’autonomia necessaria per prendere decisioni operative. Questo implica una delega delle responsabilità che non significa rinunciare al controllo, ma esercitarlo in modo strategico, attraverso strumenti di monitoraggio trasparenti e metriche orientate al valore. I leader devono concentrarsi sull’offrire supporto, rimuovere gli ostacoli e garantire che i team abbiano le risorse necessarie per operare al massimo delle loro potenzialità. 

Per supportare efficacemente un approccio Agile alla qualità, i leader devono anche investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze del team. L’adozione di pratiche come la Continuous Integration, la Continuous Delivery e i test automatizzati richiede un livello di competenza che deve essere coltivato e continuamente aggiornato. I leader hanno il compito di identificare le lacune nelle competenze, fornire opportunità di apprendimento e incoraggiare la crescita professionale di ogni membro del team. 

Infine, i leader devono essere promotori di una collaborazione interdisciplinare. In un contesto Agile, la qualità è il risultato di un lavoro sinergico tra sviluppatori, tester, designer e stakeholder. La leadership deve garantire che tutti i membri del team comprendano il loro ruolo nel processo di sviluppo e che ci sia un dialogo continuo tra le diverse funzioni. Questo non solo migliora la qualità del prodotto, ma aumenta anche l’efficienza e la coesione del team.

Conclusione: qualità e valore come principi guida

La qualità, in un contesto digitale sempre più complesso e dinamico, non può più essere relegata a una verifica finale o a un esercizio burocratico. Deve diventare un elemento integrato in ogni fase del ciclo di sviluppo e alimentato da una cultura collaborativa e orientata al valore. L’approccio Agile e il principio del Quality by Design rappresentano un cambiamento di prospettiva fondamentale: la qualità non è un vincolo operativo, ma un’opportunità per creare prodotti più rilevanti, resilienti e capaci di generare valore duraturo. 

Questo richiede un profondo ripensamento, che coinvolge non solo i processi e le pratiche tecniche, ma anche la cultura organizzativa e il ruolo della leadership. I manager devono abbandonare la visione tradizionale, basata prevalentemente sul rispetto di milestone o sulla verifica di parametri di output di attività, per adottare una prospettiva che metta al centro la collaborazione, l’innovazione e l’apprendimento continuo. La leadership, in particolare, deve guidare questa trasformazione, creando un ambiente in cui il team possa esprimere al meglio il proprio potenziale, assumersi responsabilità condivise e operare con autonomia e fiducia

Gli strumenti e le pratiche Agile, come le metriche di qualità, i backlog dinamici e le retrospettive, offrono le basi operative per realizzare questo cambiamento. Ma è la visione strategica di lungo periodo, sostenuta da leader orientati alla generazione di valore, capaci di ispirare e innovare, che trasforma la qualità da un adempimento formale a un reale vantaggio competitivo. Solo attraverso un impegno continuo e un dialogo aperto tra tutti gli stakeholder è possibile affrontare con successo le sfide dei progetti moderni e massimizzare il valore generato. 

In definitiva, adottare un approccio Agile e decentralizzato alla qualità significa non solo rispondere alle complessità del presente, ma costruire le fondamenta per un futuro in cui i prodotti non siano semplicemente conformi alle specifiche, ma capaci di soddisfare e superare le aspettative degli utenti, generando risultati sostenibili per l’organizzazione e per il mercato.

Riferimenti

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Mainetti, S. (2024). Convertire l’incertezza in valore tangibile, ovvero fare del cambiamento la vera stabilità. Disponibile su: https://www.linkedin.com/pulse/convertire-lincertezza-valore-tangibile-ovvero-fare-del-mainetti 

Mainetti, S. (2025). Dal controllo all'autorevolezza: l'evoluzione culturale necessaria per i CIO di oggi, disponibile al link https://www.linkedin.com/pulse/identit%C3%A0-crisi-quando-lautorit%C3%A0-cede-il-passo-stefano-mainetti-8l0kf/ 

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