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Approfondimenti11/9/2024

adesso.it, una Learning Organization

culture

La Learning Organization – organizzazione che apprende – è un’azienda che facilita l'apprendimento continuo dei suoi membri e si adatta rapidamente ai cambiamenti nell'ambiente esterno. Questo concetto è stato reso popolare da Peter Senge nel suo libro The Fifth Discipline (1990), dove si descrive un'organizzazione ideale che promuove l'apprendimento collettivo e l'innovazione. 

In adesso.it cerchiamo da sempre di creare le condizioni per favorire lo sviluppo e la crescita delle persone. Recentemente abbiamo lavorato per la realizzazione e l’adozione di un modello di Learning Organization che fosse adeguato alle nostre esigenze. 

In particolare, una delle sfide di innovazione maggiori per una software factory come la nostra è fare in modo che gli apprendimenti che nascono sul campo all’interno dei team di progetto, grazie alla creatività e alle sperimentazioni delle persone che giorno dopo giorno devono affrontare i problemi reali nei progetti di trasformazione digitale delle aziende clienti, non vadano dispersi, ma diventino bene comune dell’azienda.

Per questo motivo, avevamo l’esigenza di supportare la fase di “esternalizzazione” o “generalizzazione” della conoscenza generata nei progetti, per renderla fruibile anche al di fuori del contesto dei singoli progetti, di “formalizzare” questa conoscenza per renderla facilmente fruibile e accessibile da tutti, e infine di facilitare la fase di “internalizzazione” per fare in modo che le good practice identificate non rimanessero solo su carta ma diventassero in effetti degli strumenti utilizzabili dai team, favorendo un efficace assorbimento delle conoscenze a disposizione grazie ad una formazione adeguata.

FASE 1: EXECUTION - Apprendimento sul campo, nei progetti

Il terreno più fertile per l’apprendimento è il “learning on the job”, attraverso le sfide in cui ognuno si mette in gioco in prima persona all’interno dei progetti, con problemi reali da risolvere nella realizzazione di applicazioni digitali per i nostri clienti. Rispettando il principio “lean” del “just in time”, investiamo soprattutto per sviluppare competenze che risolvono problemi che prevediamo di affrontare nel breve periodo. A maggior ragione al giorno d’oggi, dove le tecnologie e le metodologie di lavoro evolvono rapidamente, non è efficiente specializzarsi in competenze che non sono utili all’interno dei progetti che stiamo affrontando o che dovremo affrontare presto. È per questo che i nostri progetti sono la nostra fonte di apprendimento più ricca, è qui che sviluppiamo il nostro know how e le skills che ci permettono di distinguerci sul mercato. 

FASE 2: EXTERNALIZATION - Diffusione delle Good Practice

Se però le conoscenze generate nei team, nel momento in cui affrontano i problemi di progetto, rimangono nei team stessi, l’azienda perde un’importante opportunità. Altri team in azienda, che potrebbero affrontare problemi simili, avrebbero grandi vantaggi ad assorbire rapidamente le esperienze maturate in altre aree dell’azienda. È per questo che è così importante la fase di Externalization. Non parliamo mai di diffusione di best practice, ma di good practice: le best practice, oltre che promuovere l’idea che non possano essere migliorate, non esistono nella realtà; esistono invece le good practice, che possono essere adatte in uno specifico contesto ma non in altri.  

Supportiamo questa fase grazie a due meccanismi organizzativi diversi, a seconda del tipo di conoscenza:  

  • LOOK WHAT I DID. Si tratta di un approccio informale che incoraggia i dipendenti a condividere le proprie esperienze, le soluzioni a problemi e le buone pratiche che trovano nel loro lavoro. In generale non ci sono vincoli né sulla durata, né sulla platea, né sulla modalità: possono essere presentazioni, discussioni informali, post sul social network aziendale, webinar interni aperti a tutti i colleghi interessati, newsletter interne. I LWID aiutano l’insegnamento reciproco e contribuiscono a creare reti di supporto e punti di riferimento per le persone in azienda, conoscere “chi fa cosa” e “chi sa cosa”.   

  • COMMUNITY OF PRACTICE Una CoP è un insieme di persone, anche di team diversi, con la stessa esigenza, passione o interesse, che definiscono un obiettivo comune e un metodo condiviso per raggiungerlo. Spazi aperti, in cui ogni persona dell’azienda può portare il proprio contributo, su base facoltativa.​ Quali obiettivi? Sviluppare processi e standard aziendali in modo emergente, favorire la crescita delle persone, capitalizzare la conoscenza aziendale, condividere conoscenza ed esperienze sui progetti, sperimentare e testare idee di innovazione, entrare in contatto con persone di team diversi.

Abbiamo 3 diverse tipologie di CoP:  

  • Le CoP tematiche permettono di approfondire particolari argomenti di interesse per le persone in azienda. Per esempio, abbiamo creato una CoP per gli ambassador dell’azienda, che supportano la comunicazione del valore del nostro brand e della nostra organizzazione verso il mondo esterno; una CoP per approfondire e sperimentare gli strumenti di intelligenza artificiale a supporto di sviluppatori e analisti; un’altra dedicata a evolvere processi e competenze dell’azienda sui temi legati a ESG e Corporate Social Responsibility.   

  • Le CoP legate al ruolo. Attualmente abbiamo in particolare due CoP di questo tipo: la CoP sulla Project Leadership e la CoP degli Scrum Master. Queste CoP possono nascere dall’esigenza di conoscere e sviluppare le competenze delle persone in ottica «M-shaped». Per chi riveste il ruolo oggetto della CoP, una opportunità di approfondimento delle conoscenze e di condivisione di esperienze e problemi riscontrati sul campo, per chiedere l’aiuto delle altre persone con lo stesso ruolo. Per gli altri, una buona occasione per conoscere meglio il lavoro dei propri colleghi per costruire un linguaggio comune che permetta di poter meglio collaborare.   

  • Le CoP legate al progetto sono pensate per approfondire determinati strumenti, tematiche o problematiche legate al progetto in cui si sta lavorando. Per esempio, attualmente abbiamo la CoP Analysis & Test o la CoP TestAutomation, create all’interno di un nostro grande progetto multi-team, per facilitare la condivisione di conoscenza tra team diversi. 

FASE 3: FORMALIZATION – Condivisione della conoscenza in wiki aziendali

La suite office 365 offre tanti strumenti per salvare e condividere conoscenza. Utilizziamo Teams e Sharepoint per salvare registrazioni dei LWID e degli incontri delle CoP, insieme alle presentazioni utilizzate. A breve predisporremo e diffonderemo uno strumento per facilitare la condivisione delle good practice, una vera e propria wiki aziendale. Pensiamo che avere una cassetta degli attrezzi contenente pattern, strumenti e pratiche di riferimento sia fondamentale per aumentare l’efficacia del lavoro quotidiano di ciascuno di noi. Ci saranno diversi ruoli: i Creators, per la progettazione delle sezioni, la creazione template ed esempi di good practice. I Contributors, per la scrittura dei contenuti. I Prosumer, per l’utilizzo e/o contribuzione di nuovi contenuti previa approvazione dei Creators & Contributors. 

FASE 4: INTERNALIZATION - Formazione / eventi

Dai feedback periodici che i leader scambiano con le persone dei team, emergono esigenze di formazione e sviluppo. Queste esigenze possono essere soddisfatte ricorrendo a corsi esterni, oppure a conoscenze generate in azienda da altri team, che sono messe a disposizione di ciascuno grazie agli strumenti visti nelle fasi precedenti: i LWID, le CoP e la Wiki. Nella nostra azienda ognuno ha il 5% del proprio tempo dedicato alla formazione e allo sviluppo, due ore alla settimana. Un tempo prezioso da tutelare, che permette ai singoli individui e agli interi team di migliorare continuativamente e offrire ai clienti un software di sempre migliore qualità. 

La fase di Internalization è affiancata dall’attività di “Observation”: uno dei valori dell’azienda è essere “Open Minded”, curiosi e aperti alle novità, e questo spinge tutti i colleghi a essere affamati di miglioramento continuo nel loro ruolo, osservando anche ciò che accade fuori dall’azienda: webinar, convegni, fiere, meet up, conversazioni su LinkedIn. I leader di centri di competenza identificano corsi di formazione esterna. Trend innovativi di mercato sono in questo modo intercettati e riproposti criticamente internamente all’azienda. In questo modo, è possibile “internalizzare” nei propri team conoscenze originali, nuova linfa dall’esterno. 

Il modello di Learning Organization progettato in adesso.it rappresenta per noi un passo strategico importante per valorizzare e ampliare il patrimonio di conoscenze interne, trasformando le esperienze quotidiane nei progetti in opportunità di crescita collettiva. Grazie a un approccio strutturato che integra apprendimento sul campo, condivisione delle buone pratiche, formalizzazione della conoscenza e internalizzazione attraverso la formazione, siamo riusciti a creare un ambiente in cui le competenze non solo si sviluppano, ma vengono messe al servizio dell’intera azienda. Questo ci consente di affrontare le sfide del mercato con agilità, innovazione e una solida base di know-how condiviso, rafforzando continuamente il nostro posizionamento come software factory orientata al futuro e alla trasformazione digitale dei nostri clienti.