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Approfondimenti30/7/2024

L' Importanza crescente degli Enterprise Architect

enterprise arch EA

Il ruolo degli Enterprise Architect (e rispettive declinazioni, tra cui IT Architect, Solution Architect e System Architect, …) è stato spesso sottovalutato dalle aziende, considerato di supporto e relegato a funzioni formali e di staff, senza riconoscere il suo potenziale di guida nella trasformazione e nell'innovazione aziendale. Tuttavia, con l'affermarsi del digitale e la necessità indispensabile di trasformazione che ogni azienda ha dovuto affrontare, il ruolo degli Enterprise Architect sta assumendo una nuova centralità in risposta alla rapida evoluzione tecnologica e alle sempre mutevoli esigenze aziendali.

Oggi, gli Enterprise Architect non si limitano ad allineare le strategie IT alle strategie aziendali, ma nelle organizzazioni più avanzate, diventano veri leader, chiamati a guidare l'innovazione e a costruire vantaggio competitivo. Come descritto nell'articolo di Jabin Geevarghese George su Forbes, "Architecting The Future: How Evolutionary Enterprise Architects Are Transforming Business", il concetto di Evolutionary Architect emerge come cruciale per navigare le complessità delle imprese moderne. 

George identifica le competenze chiave per questo ruolo: competenze tecnologiche, visione strategica e leadership collaborativa. Egli propone anche le principali responsabilità dell’Enterprise Architect per avviare il percorso trasformativo in azienda: 

-Modernizzazione applicativa e infrastrutturale 

-Governance del patrimonio dei dati aziendali 

- Integrazione del parco applicativo aziendale all’interno dell’ecosistema tecnologico esterno 

-Avvio di attività pilota con sperimentazione e apprendimento continuo 

-Adozione delle metodologie agili 

Questi elementi sottolineano l'evoluzione del ruolo degli Enterprise Architect da una funzione focalizzata sull'ottimizzazione a una più dinamica e strategica, abbracciando la discontinuità e l’innovazione. L’evoluzione del ruolo può favorire in azienda una migliore capacità nel considerare la progettazione dell'architettura del software come la base per un processo continuo di innovazione e adattamento. 

Occorre oggi saper integrare la progettazione di strutture software scalabili, sicure e manutenibili capaci di soddisfare esigenze aziendali dinamiche, gestendo al contempo l’esigenza di indirizzare l'innovazione e il vantaggio competitivo attraverso l'integrazione di tecnologie avanzate e la visione strategica. 

Solo comprendendo i principi alla base dei diversi paradigmi di design, gli sviluppatori possono costruire sistemi che soddisfino le esigenze moderne e si adattano ai cambiamenti futuri. L'unica costante nello sviluppo software è il cambiamento, e abbracciare questo cambiamento è essenziale per rimanere competitivi e innovativi.

Nelle migliori aziende, oggi gli Enterprise Architect sono passati dalla tradizionale focalizzazione sull'ottimizzazione, a un ruolo più dinamico e strategico che abbraccia la discontinuità e l'innovazione. 

Il recentissimo articolo “Thinking Like an Architect” di Gregor Hohpe pubblicato su InfoQ ci aiuta ad approfondire l’argomento. 

Il testo descrive bene come il ruolo di chi si occupa di architetture digitali sia fondamentale per garantire che le organizzazioni possano navigare attraverso le complessità tecniche e organizzative in modo efficace. Gli architetti dovrebbero agire come amplificatori di intelligenza, facilitando la connessione tra i diversi livelli dell'organizzazione e rendendo i concetti tecnici più accessibili attraverso l'uso di metafore, utili per semplificare concetti complessi, per vedere contemporaneamente più dimensioni e, in definitiva, utili per prendere migliori decisioni. 

L'abilità di un architetto dovrebbe essere quella di connettere i diversi livelli organizzativi. In un contesto aziendale in cui la tecnologia è in costante evoluzione e le esigenze sono in continuo cambiamento, la capacità di navigare e armonizzare queste dimensioni multiple è cruciale per garantire il successo a lungo termine. 

Per ottenere ciò, visti i diversi livelli di competenze coinvolti, le doti di comunicazione, e più in generale le Soft Skills, per gli architetti assumono un ruolo ancor più importante.

Oggi per gli architetti è indispensabile migliorare le proprie abilità di comunicazione e altre soft skills. Nel podcast “Communication Patterns for Architects and Engineers with Jacqui Read” (https://lnkd.in/dRSfJsqM), Thomas Betts discute con Jacqui Read riguardo ai modelli di comunicazione per architetti e ingegneri. 

Analogamente ai modelli di software e di architettura, modelli di comunicazione citati offrono delle linee guida su come migliorare la comunicazione comprendendo il pubblico e ciò che è necessario spiegare loro. 

Comprendere il pubblico, essere chiari e precisi, adattare il messaggio agli interlocutori, e utilizzare il feedback sono tutti elementi chiave per una comunicazione efficace. L'uso di metafore, una buona struttura, empatia, consapevolezza culturale e un impegno costante verso il miglioramento delle competenze comunicative sono fondamentali per il successo in un ambiente aziendale complesso e in continua evoluzione.

In questo scenario di trasformazione, non deve essere sottovalutato l’impatto derivante dalla diffusione delle tecnologie riconducibili all’Intelligenza Artificiale, in particolare con l’affermarsi dei modelli linguistici di grandi dimensioni nell'ambito dello sviluppo software. 
L’articolo “The Role Of An IT Architect In The Era Of AI”, di Pablo Junco Boquer (https://www.forbes.com/councils/forbestechcouncil/2024/08/15/the-role-of-an-it-architect-in-the-era-of-ai/), ci stimola a riflettere su come, nell'era dell'AI, il ruolo dell'architetto IT vada oltre la semplice selezione dei modelli di AI, delle migliori pratiche e dei provider, ma che si debba far carico della promozione dell’innovazione e dell’adozione dell’AI in impresa. 
In definitiva, anche questo testo ci porta a comprendere come il ruolo degli EA sia in significativa evoluzione verso un approccio strategico e olistico.

Articolo a cura di

Stefano Mainetti

Executive Chairman

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