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Approfondimenti7/1/2025

La stella da seguire: cosa ci spinge e ci motiva ad agire, giorno dopo giorno?

culture

Articolo a cura di

Alberto Marsanasco

Chief Innovation Officer & Marketing Leader

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Cosa ci spinge e ci motiva ad agire, giorno dopo giorno?

La paura, insieme alla violenza che ne è generata, è la spinta più forte ed efficace che conosciamo noi umani. Per questo le notizie che muovono il mondo sono di guerre, carestie, povertà. La paura di perdere la vita, la dignità, la libertà. Anche nella nostra quotidianità, è più facile mettersi in moto per la paura di perdere il lavoro, la nostra reputazione. Più chi comanda esercita il suo potere con minacce e controlli, più si diventa efficienti. Per motivare un gruppo di persone, cerchiamo un nemico comune da temere. I diversi, gli stranieri. In azienda, basta meno: è facile accendersi per dare la colpa a fornitori che non collaborano, a clienti che seguono solo i propri interessi. Anche i nostri stessi colleghi con cui competiamo.

La paura può generare violenza ma può generare anche immobilità, apatia: se partiamo da una posizione di privilegio, e magari per attitudine evitiamo il conflitto, per paura di rischiare, preferiamo il quieto vivere, un perpetuo stato di conservazione, senza prendere particolari posizioni, spinti solo dal cercare di mantenere le cose come sono. 

Possiamo d’altra parte scegliere la spinta che vogliamo che ci muova, e non subirla. Desiderare, seguire la stella. La paura è una naturale reazione, preziosa per percepire pericoli o forti cambiamenti, inevitabile quando siamo chiamati a prendere importanti decisioni. Tuttavia, arriva un momento in cui dobbiamo gradualmente farla diminuire, per lasciare spazio al desiderio. 

Anche in questo caso possiamo scegliere tra due possibili stili: noi con gli altri o noi contro gli altri. Lo stile che prevale nel nostro sistema è quello competitivo, di conquista. Io mi realizzo se supero gli altri. Questo vale per ogni tipo di organizzazione, pubblica o privata, e anche per le singole persone che ne fanno parte. 

Oggi invece, per sfruttare l’intelligenza collettiva e affrontare problemi che sono troppo grandi e complessi per essere affrontati da soli, sempre di più abbiamo bisogno di stili cooperativi. La stella da cercare è la pace.

“Che pace!” ci diciamo stesi al sole, in cima alle montagne. 

  • Pace è la calma di affrontare i passi faticosi della salita, uno alla volta. Più vogliamo raggiungere obiettivi ambiziosi, più dobbiamo procedere senza bruciare le forze. "Siccome ho fretta, vado piano" diceva Napoleone. 
  • Pace è la pazienza di camminare insieme gli altri, sorridendo ai nostri inciampi. Conosciamo i difetti nostri e degli altri e non reagiamo con delusione o con rabbia, ma accettandoli con umana serenità. 
  • Pace è il silenzio che ci aiuta a concentrarci su cosa conta di più. Troppe cose insieme fanno confusione e non ci lasciano spazio per le attività più importanti, che rischiamo di lasciare indietro. 
  • Pace è la meraviglia di guardare alla bellezza del mondo e delle altre persone con noi, per cui noi non abbiamo alcun merito, se non quello di avere fatto tanta salita per poterla osservare meglio.

Pace è una parola che sembra sempre retorica e quindi si svuota di ogni potenza, ma che sotto questa crosta superficiale ha una energia di rinnovamento potentissima, non solo per i grandi moti della società, ma per la vita di ciascuno. Una energia da cercare e da contribuire a creare. Sia nella nostra vita e nelle nostre attività individuali, sia nelle azioni che facciamo, ognuno con il proprio ruolo, per ispirare e motivare le altre persone intorno a noi.