Approfondimenti16/5/2023
La Responsible Technology per un lavoro sostenibile
Il futuro del lavoro sostenibile è la poesia: dall'etimologia greca "poiein", "fare", ma con una tensione verso lo spirito e il mondo.
Nel libro "l'uomo artigiano", Richard Sennet descrive il valore dell'artigianalita' indicando l'unione tra la capacità tecnica e la responsabilità etica, tra il come e il perché delle cose. I demiurghi greci erano gli artigiani che operavano per la comunità (da "demos", popolo, ed "ergon", opera). Poi nel tempo, con le specializzazioni, i tecnici hanno abbandonato la ricerca del senso del loro fare ed è nata la bomba atomica.
Il trend della "Responsible Technology", nato l'anno scorso come risultato di una formalizzazione di metodologie e approcci preesistenti, ha proprio l'obiettivo di riconciliare tecnica e etica, ed ha il merito di fornire spunti e pratiche concreti per mettere a terra questa visione. È un trend che cresce (come si vede dal report di InfoQ) perché tutti, dentro e fuori dalle aziende, clienti e dipendenti, vedono il valore, la stabilità e il benessere che ne possono derivare, in un mondo lavorativo sempre più stressato e in ricorsa (come si vede dai benefici percepiti presentati nella ricerca del MIT).
Come dice Deb Doing, professoressa di “Ethical Technology” alla California Polytechnic State University - When people talk about “Responsible Technology”, what they generally are interested in is the intersection of technological production and culture on the one hand, and on the other hand, human values. - È interessante la stretta connessione tra la descrizione della visione della “Responsible Technology” e il purpose di WebScience “Digital with values”, che sintetizza da una parte il valore concreto che portiamo ai nostri clienti, dall’altra i valori umani che vivono persone dell’azienda, primi tra tutti la fiducia e la crescita. Il purpose è frutto di un lavoro che ha coinvolto tutta le persone dell’azienda in numerosi workshop e testimonia che la ricerca della responsible technology risuona già da molto nell’azienda, senza averla identificata ancora con queste parole.
Ma concretamente, quando parliamo di “Responsible Technology”, quali sono gli ambiti di azione dove possiamo intervenire?
Accessibility e inclusive design
Quali sono i reali bisogni dell’utente? Quali community andremo a influenzare? Quali non abbiamo ancora considerato? Il mondo del design thinking ci insegna a esplorare i bisogni e l'agile ci aiuta a progettare le soluzioni insieme agli utenti, ma stanno nascendo nuovi strumenti interessanti proprio dedicati al mondo della responsible technology, di cui c’è una ricca raccolta in questo playbook prodotto da ThoughtWorks. Per esempio interessante il Canvas proposto da Omidyar Network che propone domande nuove: il prodotto che stiamo sviluppando può creare dipendenze? Stiamo creando un nuovo canale utilizzabile da malintenzionati per truffe o altri crimini? E altre domande ancora.
Data privacy and security
Oltre al rispetto delle normative, è importante dare alle persone la sicurezza che non perderanno dati personali o confidenziali. Il paradigma del Security by design aiuta a progettare applicazioni solide da questo punto di vista. È stato molto interessante l’intervento al web day di Stefano bruna su questo argomento.
Environmental impact
Anche le tecnologie digitali possono aiutare a contenere il cambiamento climatico, se progettate in modo da richiedere un utilizzo ottimizzato dell'energia consumata dalle infrastrutture sul Cloud. All'osservatorio del Politecnico di Milano sulla Cloud transformation quest anno è oggetto di una attenzione particolare il tema del Green It (link)
Avoid disinformation and promote truth
L'introduzione sempre più massiva dell'AI pone nuove sfide, serve evitare di diffondere informazioni non corrette o corrotte da bias. Ma il tema è più generale: è sempre opportuno chiedersi se nelle nuove applicazioni che sviluppiamo ci sono sistemi per la prevenzione della diffusione di informazioni errate.
Diversification in technology workforce
Punti di vista diversi creano innovazione, serve stare sulla frontiera (link). Agile e modelli Teal aiutano a considerare il contributo di tutti. Alcune pratiche forzano la rottura del group thinking, per non pensare tutti allo stesso modo. Altre favoriscono processi decisionali che fanno convergere idee, senza escluderle. Però non basta, serve aprirsi a nuovi spunti e esperienze che ancora non conosciamo, ricercare, sperimentare: ci sono altri punti di vista che potremmo considerare? A questo proposito è molto interessante l’evento organizzato dal nostro gruppo adesso proprio sulla importanza della diversity in azienda (link).
Tanti spunti e tante pratiche, da dove partire? Un primo piccolo passo può essere organizzare, oltre che le classiche retrospective, anche delle futurespective, per capire, iterativamente, l'impatto futuro del nostro prodotto e anticipare i rischi. Un passo alla volta, attraverso l'adozione di queste metodologie, lentamente il lavoro può tornare a diventare "poesia", artigianalità, qualcosa che ha senso festeggiare, non solo il giorno della Festa del Lavoro, ma tutti i giorni.